Senigallia – 5 Novembre 2016
Bucari, Spazio-Tempo nell’opera di Eros Bonamini, in “Arte Contemporanea News”, X, 40, Roma, Ottobre – Novembre 2016
A partire dal 2009, l’Amministrazione Comunale di Senigallia ha dato avvio con i miei predecessori ad una serie di significativi percorsi dedicati alla pittura degli anni Sessanta e Settanta. La mostra “Struttura Pittura” inaugurata al Palazzo del Duca in occasione della Giornata del Contemporaneo di quell’anno fu l’occasione per iniziare una riflessione e ridare luce ad una serie di pittori che si muovono tra colore e concetto, tra pensiero e pratica dell’arte.
Scaturirono da lì una serie di mostre personali allestite tra Palazzo del Duca e Rocca Roveresca che portarono a Senigallia alcuni grandi autori di quella stagione: Enzo Cacciola, Giorgio Griffa, Gianfranco Zappettini, Riccardo Guarnieri, Pino Pinelli, Paolo Cotani, Francesco Guerrieri e Claudio Olivieri, grazie anche ad una felice collaborazione tra riviste di settore quale Arte Contemporanea, collezionisti, galleristi, critici e naturalmente il Museo Comunale d’Arte Moderna e della fotografia di Senigallia.
Furono poi di quel periodo una serie di eventi espositivi di grande rilievo internazionale, tra cui mi piace ricordare l’omaggio, tra pittura e macchine cinetiche, al grande artista francese Joel Stein, le installazioni e le pitture del maestro italiano Elio Marcheggiani, ed ultima, ma solo in ordine di tempo, la mostra dedicata lo scorso anno a Chiara Diamantini, un suggestivo percorso tra letteratura ed arte nato nel crogiolo della poesia visiva.
In questo contesto, dedicato alle esperienze via via sperimentali dell’arte contemporanea si inserisce la mostra personale che l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con il Polo Museale delle Marche, vuole dedicare all’artista “viaggiatore, osservatore attento e sognatore” Eros Bonamini, nel suggestivo spazio della Rocca Roveresca.
Una riflessione artistica, la sua, sul tempo, sul suo trascorre, che dà vita ad una raffinata matrice concettuale che sottopone a trasformazioni spazio-temporali materiali di utilizzo comune come carte, fuoco, pigmenti e cemento.
La città, quindi, è orgogliosa di omaggiare il lavoro di Bonamini esponendo una selezione significativa di opere alchemiche sempre alla ricerca dell’essenziale.
Simonetta Bucari, Assessore alla Cultura di Senigallia
Mantova – 3 Marzo 2017
Morselli, A. Vincenzi, Spazio tempo nell’opera di Eros Bonamini, in “Arte Contemporanea News”, X, 40, Roma, Ottobre – Novembre 2016
Siamo particolarmente soddisfatti di poter ospitare a breve – presso la Casa del Mantegna – un’eloquente scelta tra le centinaia di scritture di spazio e tempo che Eros Bonamini (1942- 2012) ha realizzato nel corso della sua breve vita. E ci piace soprattutto l’idea di partecipare a un lavoro sinergico che, a novembre, parte dalla Rocca Roveresca di Senigallia e che si concluderà, il prossimo anno a Verona. Le «Cronotopografie» dell’artista veronese, questa la definizione che lo stesso Bonamini dava alle sue arte, cercheranno di dare un’idea chiara del suo percorso artistico e soprattutto parleranno della coesistenza, su una superficie, di strutture segniche atte a lasciare tracce di una possibile relazione estetica tra il tempo, gli strumenti della pittura e lo spazio che ne fissa di volta in volta i diversi punti d’arrivo. Le tre mostre (nell’articolazione dei distinti spazi d’allestimento) indagheranno – grazie ad un lavoro di studio postumo – partendo dalla sua produzione riconducibile all’arte analitica, a cominciare dai primi lavori realizzati nel 1974 e metteranno in evidenza quella straordinaria veste che le rende elaborazioni estetiche eccellenti e soprattutto in grado di esaltarsi nel dialogo con gli spazi dell’architettura. Dalla serie dei Cementi, dei Nastri e degli Inchiostri, realizzate fra il 1975 e il 1978, passando per le combustioni del plexiglas e della tela si approderà agli ultimi esiti dell’autore con le lastre di acciaio specchiante intaccate dalla fiamma ossidrica. Portare dunque il linguaggio concettuale di Eros Bonamini alla Casa del Mantegna significa anche riprendere un dialogo, una riflessione su una materia prima preziosa per tutti: il tempo. Perché ogni operazione artistica dell’autore ha avuto la necessità di fissarsi in un oggetto che segnasse il suo trascorrere, che ne misurasse il ritmo, il flusso inarrestabile, la dimensione enigmatica e a tratti insondabile. L’idea di fondo del progetto è stata quella che la sua opera potesse ancora provocare e sollecitare riflessioni, potesse ancora essere, in sostanza, di straordinaria contemporaneità. E allora tutto questo lavoro preparatorio comune significa soprattutto mettere in campo una proposta culturale che si colloca perfettamente nella progettualità complessiva della Casa del Mantegna e del suo staff. Così gli spazi espositivi mantovani si ripropongono ancora quale luogo di elaborazione, di officina del pensiero, di produzione culturale. Con la rassegna, dunque, come si può facilmente arguire, la Provincia di Mantova realizza e propone, su progetto proposto da Eristeo Banali, un’importante appuntamento culturale. Nello stesso tempo conferma l’impegno civico, fondamentale per una istituzione pubblica, di rendere merito al lavoro degli artisti di maggiore pregio in un modo o nell’altro legati al nostro territorio.
Beniamino Morselli, il Presidente
Aldo Vincenzi, Il presidente Il Consigliere delegato agli eventi culturali
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